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Rossana, ho letto e atteso i tuoi articoli su il manifesto, acquistato ogni giorno in edicola dalla prima uscita. E’ stata la buona maestra di tanti di noi, una figura irripetibile anche per il suo essere donna, severa e lucida sempre. Ci siamo formati sui suoi articoli rispettandola davvero sempre, anche quando non eravamo d’accordo.

  • Sembra di vedere, leggendo, certi personaggi dipinti da Dix e da Schad; gente della finanza, impettita e con la grisaglia d’ordinanza, ma nella quale il pittore ha lasciato intravedere, da un barlume inquietante e inquieto fissato negli occhi, una profonda fragilità.
  • I ricordi specifici sono tanti, troppi per poterli raccontare tutti.
  • Ci si chiede, soprattutto, se lo abbiano letto i responsabili delle Librerie Paoline.
  • Tutte le conoscenze umane sono senza valore a paragone di qualche grammo del vero oro, perché è solo con quell'oro che otterrete sicurezza, appoggio e protezione.
  • Una lanuggine trascurata gli metteva un pallido color d'ambra sul pallore quasi cereo delle gote, che un largo cerchio turchino sotto gli occhi solcava con una patetica espressione di malattia.
  • Il giorno non era tutta la vita, poichè la vita non è se non una successione di giorni?

In seguito partecipò alle lotte di massa e referendarie per difendere la legge sul divorzio e quella sull’aborto. Nel big bang del movimento del 1977 contro le politiche economiche dell’austerità, a solo danno del proletariato, e la connessa formula governativa della “solidarietà nazionale”, rimase un po’ confusa assieme a tutta la sua specifica compagine politica. Durante il sequestro del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, nella primavera del 1978, fu in contrasto rispetto alla “linea della fermezza”, rigidamente orchestrata dai dirigenti della Dc e del Pci, e a favore della “linea della trattativa”. Tra la fine del 1980 e l’inizio del 1981, durante il sequestro del giudice D’Urso, organizzato dalle Brigate Rosse allo scopo di ottenere la chiusura del carcere speciale dell’Asinara, si comportò in modo analogo.

Rossana arrivò da Parigi a casa nostra a Torino e subito chiese di andare a far visita alla piccolina e alla sua giovane mamma. Senza tradire il minimo imbarazzo si infilò con me nel portone di una casa vicino alla stazione, animata da vivaci frequentazioni. All’ultimo piano, in una soffittina presa in prestito da un’amica, mia figlia Marta faceva i primi esperimenti di madre con la sua pagnottella dagli occhi blu. Rossana si avvicinò alla creaturina che la mamma teneva in braccio e la scrutò seria, quasi in cerca di impossibili somiglianze. ” Chiese compostamente, allungando la sua bella mano dalle dita affusolate in una carezza appena accennata. Grazie, Rossana, per aver instancabilmente seminato in noi, fino all’ultimo giorno.

Le tue riflessioni hanno accompagnato la mia crescita come persona, e le tue letture sono state spesso uno spunto di pensiero e a volte un riferimento, a partire da quando con gli atteggiamenti da adolescente mettevo il manifesto in tasca e – complice il formato extra large – leggerlo era una affermazione. Il primo libro che ho letto è stato “Appuntamenti di fine secolo”, e insieme ai tuoi articoli mi è stato chi sgomenti sorridiamo dei fantasmi della memoria e dei silenzi della solitudine. Lacrime pacificatrici accompagnano la nostra attesa senza rimpianti mentre le porte del tempo si schiudono al nostro vagare e il giorno brillante schiarisce e colora orizzonti inesorabilmente irraggiungibili. Ho cominciato a leggere il Manifesto perché ci scriveva Rossana Rossanda, Per me le sue scelte affermavano la dignità di chi si era allontanato dal Pci senza tradire i propri ideali, alcuni anziani lo avevano fatto testa china, lei no. Sono stata una sua lettrice per gli articoli, per “La ragazza del secolo scorso”. Le sue battaglie per le donne sono state accompagnate dall’appello alla solidarietà femminile in un Paese che involgariva.

Una terribile dolcezza sarà forse il segno della nuova era, e nessuna cosa inutile sarà detta. Si eviterà in tal modo il dolore della curiosità. Ne deduca che giornali, libri, tipografi e altre cose del genere si renderanno perfettamente inutili. […] Ora occorreva pensare nuovo, fare del nuovo, mutare la pelle. Sempre seguendo lo stesso impegno, e avendo magari la stessa forza.

La rivoluzione significa non solo spostare o abolire i poteri, ma cambiare posto alle mani e al cuore. Dare a ognuno un nuovo corpo, ignoto e lontano come il cosmo, familiare e sicuro come gli abbracci di una madre. Io lo so che non ci sono cure, lo so che si muore veramente e la prima rivoluzione è contro chi applaude ai funerali, chi non porta più il lutto, chi nasconde la morte dentro gli ospedali. Dal luogo in cui parlo, con la morte che mi passa nel cuore molte volte al giorno, io sono costretto ad ambire alla rivoluzione, non ho altra scelta. Voglio la rivoluzione, nient’altro che la rivoluzione.

Sia essa fisica, affettiva o intellettuale, ogni attività è accompagnata da una combustione. L'attività comporta quindi la formazione di rifiuti che occorre espellere, perché http://phraprasong.org/casino-dellaurora-pallavicini/ il loro accumulo crea ingombri nocivi al buon funzionamento dell'organismo. Quando si deve accendere il fuoco in una stufa, per esempio, se non si tolgono prima le ceneri del giorno precedente, il fuoco non si accenderà, la stufa non funzionerà. Lo stesso avviene per l'organismo fisico, ma anche per l'organismo psichico, sede dei pensieri e dei sentimenti. Ecco perché dovete migliorare il vostro modo di vivere, vale a dire il modo di nutrirvi, di pensare, di sentire e di amare, perché a quel punto sostituite gli elementi logori e inquinati, con altri molto più sottili, leggeri, eterici.

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